Monday, July 14, 2014

Progetto Colors in corsa per "Nati per proteggere"!

https://natiperproteggere.it/it/dettaglioStoria/341/una_storia_a_colori.html




Questa è una storia di sport, incredibile strumento di crescita e di integrazione sociale. La storia di Regina, giovane capitano della squadra di basket presso l’orfanotrofio di Maputo, Mozambico, ma anche la storia di “Gianluca”, filippino di Roma che sorride e dice “ma io sono italiano!”. Il Progetto Colors: "Giovani, Culture e Colori, l'integrazione fa canestro" inizia nel 2007 tramite una strategia innovativa di integrazione, inizialmente focalizzata verso le periferie della Regione Lazio. Si parte dall'identificazione di zone ad alto rischio di emarginazione dotate di strutture sportive (spesso da riabilitare o valorizzare), con una significativa presenza di cittadini espatriati dai loro paesi di origine (anche da generazioni), e di ceti meno abbienti, dove sviluppare centri di avviamento gratuito alla pratica della pallacanestro.


Il Progetto si pone come obiettivo quello di accelerare i processi di integrazione, attuando percorsi educativi e formativi sotto la gestione di volontari, istruttori e psicologi, di alta qualità professionale e portatori di valori legati allo sport. Ad oggi,  Progetto Colors ha lavorato a favore di 1200 ragazzi, dagli 8 ai 14 anni di 27 nazionalità diverse, in 12 centri a Roma e provincia. Il coinvolgimento dei ragazzi e ragazze, provenienti da realtà con disagio socio-economico, avviene in collaborazione con servizi sociali, parrocchie, istituti scolastici e associazioni di volontariato del territorio.  L'attività viene monitorata da una psicologa, anche attraverso incontri periodici con gli insegnati, per una valutazione dell’impatto sulla frequenza e la qualità degli studi. Lo straordinario e immediato esempio dello sport in termini di regole e principi fondamentali dimostra così di poter incidere sullle potenzialità dei ragazzi per favorire affiatamento di gruppo, in parallelo ad una competizione nel rispetto di un regolamento molto complesso. Dal 2009 Progetto Colors si estende anche in Africa, a Maputo, capitale del Mozambico, presso l’orfanotrofio di Zimpeto, dove ha inizio semplicemente entrando in contatto con i bambini di strada, fornendo loro cibo, vestiti e riparo. Adesso questo impegno si è tradotto nella creazione di un campo di basket, e di una squadra di piccole giocatrici che in Mozambico indossa le maglie azzurre della Lazio Basket e che sta imparando grazie alla pallacanestro a guardare la vita a testa alta.


Tra i “testimonial” del progetto, che hanno incontrato i giovani “giocatori” e fornito un esempio con la propria storia, la pivot mozambicana Clarisse Machanguane che –dopo una straordinaria carriera nella WNBA americana- ha raggiunto risultati di primissimo piano anche nel campionato italiano, e soprattutto l’ex campione della Lazio Basket e della NBA Abdul Jeelani che, dopo avere fatto innamorare i palazzetti italiani negli anni ’70 (quando era conosciuto come “la mano di Maometto”), aveva smarrito la strada trovandosi senza tetto a Racine, Wisconsin, ma che nel 2011 –proprio grazie a Progetto Colors- è rientrato in Italia, riassumendo il ruolo di “coach” e maestro verso le nuove generazioni. Ora Abdul Jeelani ha fatto ritorno negli USA e –con la collaborazione di Progetto Colors- sta lavorando all’avvio di questo modello di sport ed integrazione anche a Chicago.


“Nati per proteggere” è una straordinaria occasione affinché per tanti bimbi e giovani con un presente incerto sia possibile un futuro a testa alta, perché “tutti i ragazzi hanno bisogno di un piccolo aiuto, di una piccola speranza e di qualcuno che creda in loro”. ("Magic" Johnson, giocatore di pallacanestro).



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