Lazio Basket

Abdul Jeelani e Simone Santi
Jeelani, il lieto fine
(Concetto Vecchio, La Repubblica, 14 gennaio 2011)
ROMA - Abdul Jeelani e Dino Meneghin si abbracciano forte sul ponte di Castel Sant'Angelo, nel sole di Roma, ore 12,30 di oggi. "I'm so happy" gli scappa detto al figlio di Abdul, Azim, 38 anni, mentre osserva commosso la scena. E' davvero come un film a lieto fine. Il campione nero finito male che ritrova il vecchio avversario che ha fatto carriera (Meneghin presiede la Federazione italiana pallacanestro), e insieme s'incamminano verso il futuro.

Jeelani aveva trascorso gli ultimi due anni in un centro per senzatetto a Racine, nel lontano Winsconsin: sembrava perso, ora ricomincia una nuova vita. Allenerà i ragazzini in due centri per bambini disagiati della periferia romana. "Qui mi sento a casa, spero di dare una mano a chi sta peggio. Lo sport per me è sempre stato questo: conoscere il mondo, stare con le persone, non il business" ha detto "la mano di Maometto". Dal suo destino di barbone lo ha tirato fuori il presidente della Lazio Basket Simone Santi, un imprenditore generoso, il cui padre aveva giocato con Jeelani nella Eldorado Lazio nel 1977. Gli ha dato una chance di riscatto disinteressata.

L'incontro con Meneghin è bellissimo. Non si vedevano da oltre trent'anni. "I remember you" dice Azim stringendo la mano al grande Dino. "Eri un campione vero, io un mestierante, sono contento di non averti mai dovuto marcare" celia Meneghin. "Ammiravo la tua leadership, la tua classe enorme", gli replicato Abdul. "Questa storia farà bene al basket e Abdul farà bene nel sociale" compendia Meneghin.

Bella sorpresa: Abdul dà l'impressione di stare benissimo. Parla uno spagnolo buffo, l'italiano invece l'ha dimenticato. Quando, alle ore 7,50 del mattino, ha messo piede a Fiumicino lo ha colpito la mitezza del clima: "Ho lasciato Racine a meno venti". Durante la conferenza stampa sono venuti fuori nuovi particolari sul suo calvario: nel centro per barboni c'era finito due anni fa. In un colpo solo aveva perso lavoro e i medici gli avevano diagnosticato un cancro alla prostata. "Mi ha salvato la fede", ha detto Abdul.

Domani pomeriggio - ore 15,30 - al palazzetto di viale Tiziano, a Roma, Jeelani ritroverà i compagni di una volta, la sua gente, e gli amici persi di vista. Domenica assisterà a Virtus-Siena. Lunedì va a Livorno, per salutare gli ex sodali della Libertas, e in Toscana Santi conta di aprire un altro centro per bambini in difficoltà: il tredicesimo. Ieri pomeriggio ha già preso contatto con le strutture che dovrà seguire. Giovedì torna in America per sbrigare alcune pratiche, per poi rientrare stabilmente in Italia. "E siccome l'opportunità di avere un lavoro ha coinciso anche con il riavvicinamento della sua famiglia, stiamo pensando di aprire una sede anche nel Winsconsin, così Abdul potrà tornare a stare con i suoi", ha annunciato Santi. 
(14 gennaio 2011)