Simone

Simone Santi presso uno dei centri del Progetto Colors nel Lazio
Lazio Basket, il presidente Simone Santi e il Progetto Colors
L'ambizioso e lodevole progetto coinvolge anche l'ex stella livornese Abdul Jeelani
25.02.2011 10:22 di Matteo Cardinali   (Pianeta Basket)
Quando si comincia un’intervista di solito si preparano prima le domande, le si fanno conoscere al proprio interlocutore, si scrivono le risposte, si rielabora il tutto e poi si manda in pubblicazione.. Fin qui tutto facile..
La realtà è che per un’intervista concordata di mezzora usando i potenti mezzi tecnologici moderni (Skype) io e il presidente Santi siamo stati allegramente a colloquio per 1 ora e mezza e senza nulla nascondervi mi sono emozionato.. e da una semplice intervista è uscita fuori una storia che sarebbe degna di un libro.
A volte nel nostro ambiente ci si dimentica troppo facilmente delle storie delle persone che hanno dedicato anima e corpo a questo stupendo sport e presentare a voi un’intervista con domande e risposte (come se fosse stato un interrogatorio sic et simpliciter) mi sarebbe sembrata troppo fredda e senza sostanza, senza mordente.
Chiunque si emozionerebbe a sentire la sua vita, le sue passioni, i suoi ideali che lo hanno spinto e sorretto in questo grandioso e nobile progetto di integrazione sociale che si chiama “Colors. Giovani, Culture e Colori: L’integrazione va a canestro” .
 
Da dove cominciamo?
Brevemente potremmo dire di Simone Santi (nato a Roma il 26 Aprile del 1971) che è uno dell’ambiente ma sarebbe troppo riduttivo. Ha alle spalle una solida tradizione cestistica di famiglia tra padri, zii, fratelli e cugini tutti legati ineluttabilmente al nome della Lazio Basket (facente oggi parte della più grande Polisportiva Lazio), una società che aveva raggiunto gli apici verso la fine degli anni ’70 (con Jeelani a far entusiasmare le folle, portandola dalla A2 in A1) per poi avere una continua decadenza culminata con il fallimento nel 2006.
Santi e il resto della famiglia decidono di rifondarla nel 2007 e da allora il nome della Lazio è ritornato a circolare prepotentemente nel panorama cestistico regionale e non solo.
Quando lui parla si respira pane e basket, odore di scarpette e di campi in gomma, profumo di asfalto e ricordi di canestri impossibili, di amicizie nate sui parquet e che resistono agli urti del tempo.
Santi sostiene infatti che il Basket – a differenza di altri sport - ha un altissimo potere aggregante in grado di eliminare all’istante le differenze sociali, culturali ed economiche quando persone che provengono da ambienti diversi smettono il vestito lavorativo ed indossano la casacca di gioco “per fare 2 tiri” in compagnia.. A quel punto le differenze svaniscono e come per magia si pensa solo a giocare e a divertirsi.
Non possiamo parlare del progetto Colors se non facciamo un passo indietro nel tempo, a quando Simone Santi – fresco laureato in Economia e Commercio – se ne va in Africa (e precisamente in Mozambico) a lavorare come consulente per la CMC di Ravenna nel 1995, in un paese uscito solo 3 anni prima dalla guerra civile e che aveva bisogno di essere ricostruito.
Santi , che intanto impara la lingua portoghese in soli 3 mesi, si occupa dello sviluppo dei progetti per le nuove società di trasporti , di inerti e di cave.
 
Intanto fa amicizia con personaggi del luogo e ricomincia a giocare a basket (la passione non muore mai..) nella squadra del Masciaquene – serie A mozambicana – e impara a conoscere in lungo e in largo un paese che altrimenti mai si sarebbe così aperto ad un occidentale: il basket stava demolendo frontiere culturali, sociali e linguistiche.
Tornato in Italia nel 1998 ha deciso contestualmente di aprire un ufficio di consulenza a Moputo. Nel 2001 ha fondato la sua prima azienda: la Leonardo Business Consulting , una società di servizi che supporta le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione e le imprese estere in Italia e che sostiene attualmente i principali progetti italiani in Africa Australe (più di 1600 imprese hanno usufruito delle consulenza di questa azienda); diventa consulente di Governi Esteri, Regioni , Province e varie Camere di Commercio.
 
Tutto ciò lo porta a diventare il Console Onorario del Mozambico in Italia (Milano) oltre ad avere prestigiosi incarichi confindustriali (attualmente è Vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Roma). Santi però ha dentro di sé il fuoco del gioco e dell’organizzazione. Vedere tanti ragazzi che non hanno di che vivere lo spinge ad ideare il Progetto Colors all’interno della Lazio Basket; ai tanti ragazzi italiani e stranieri che vivono nella marginalità delle periferie romane vengono date le possibilità di poter giocare e crescere insieme nel rispetto delle regole e per una più alta formazione umana: la conoscenza reciproca.
Il Progetto Colors vede oggi realizzati ben 12 centri di reclutamento, di cui 10 nel Lazio e nella città di Roma (Corviale, Laurentino38, Ariccia, Civitavecchia, Ladispoli e altri), 600 ragazzi di 27 nazionalità diverse, dagli 8 ai 13 anni che giocano – gratis -, si confrontano e forse avranno una possibilità in più di una vita migliore attraverso il basket.
Un progetto che vedrà protagonista anche Abdul Jeelani nel ruolo di coordinatore-istruttore, a partire dal mese di settembre 2011.
 
Santi ha allestito un team di professionisti: 30 persone di cui 15 istruttori (tutti qualificati) e una psicologa, con un investimento annuo di 300.000 euro. Un badget notevole che deriva in parte dalle sue stesse aziende e in parte dalle grandi aziende per le quali offre le sue consulenze (CSR Responsabilità Sociale di Impresa). Nel 2009 il progetto è stato esteso (e non poteva essere diversamente..) anche al Mozambico (orfanotrofio di Zimpeto - Maputo). I finanziamenti arrivano anche grazie all’iniziativa: “Adotta un giocatore” che prevede che chiunque possa adottare cestisticamente le spese di questi ragazzini meno fortunati con una modica cifra: 60 euro, che permettono di comprare tutto il necessario per svolgere l’attività. Addirittura si può adottare un intero quintetto (300 euro) oppure un intero centro (dai 2500 ai 5000 euro). Molti giocatori della Lazio Calcio hanno aderito a questa iniziativa.

L’attività di Santi non finisce qui (e io mi chiedo se il suo orologio giornaliero non preveda 48 ore …) perché è riuscito a riorganizzare tutto il basket delle società del Lago Bracciano attraverso il consorzio Lakers (e la sponsorizzazione di Teleroma56) e ad aprire una storica collaborazione con la Virtus Roma nel progetto “Perché No?” che vede la partecipazione di atleti dell’under19 della Virtus giocare con la Serie D della Lazio..
Chissà cosa ci aspetta nel futuro. Se la vostra passione è la stessa andate a trovare Simone Santi in qualcuno di questi centri perché non è difficile trovarlo – alla fine di una estenuante giornata lavorativa – in giacca e cravatta da consumato business man a servire assist a quei ragazzini che giocano e che – grazie a lui – hanno ritrovato il sorriso.
Non è poco, di questi tempi.