Monday, May 21, 2012

Mostra d'arte dedicata ai migranti del Mediterraneo con Perotti e Manes - serata di solidarietà al Progetto Colors (24 maggio ore 19.00)



Milano. Una serata tra cronaca, arte e letteratura a Milano (via Pisacane, 36 – 24 maggio dalle ore 19.00. La mostra sarà aperta al pubblico -ingresso gratuito- fino al 10 giugno). Un’occasione per ricordare la tragedia dei migranti che da anni si consuma nel Mediterraneo (dove oltre 19.000 persone hanno incontrato la morte nel loro viaggio alla ricerca di una nuova vita) e condannare la penosa cecità dell’Europa di fronte a questo massacro. Tutte le opere esposte sono, infatti, dedicate alla moltitudine, spesso senza nome, dei migranti che hanno perduto le proprie speranze in mare. Simone Perotti, nato a Frascati nel 1965, scrittore, scultore e uomo di mare, che ha raggiunto la notorietà con il libro autobiografico “Adesso basta” (Chiarelettere), manuale di downshifting che spiega scenari possibili alternativi ad una vita alienata al consumismo, sarà il protagonista con Manuela Manes di una serata di sensibilizzazione, per provare a ridare dignità a storie non raccontate. Manuela Manes (su Facebook, album Pelagos), friulana emigrata a Milano, vive di pittura e per campare comunica. Ha la passione dei colori, con i quali veste la realtà e racconta le sue storie.


Il ricavato della vendita del catalogo delle opere (offerta libera) e parte del ricavato della vendita delle opere andrà a favore del Progetto Colors (ideato e promosso dal Console Onorario del Mozambico Simone Santi), che opera per fare del basket uno strumento di integrazione per bambini e bambine in situazioni di disagio, in particolare figli di immigrati.

Relitti e Naufragi (da www.deodato-arte.it)
Il naufragio è un topos che attraversa la storia dell’arte e della letteratura occidentale. L’artista Simone Perotti si inserisce in una lunga tradizione che va dall’Odissea di Omero, passando per i romanzi Robinson Crusoe e Swiss Family Robinson e il famoso dipinto La Zattera della Medusa di Géricault. L’originalità dell’artista sta nel raccontare il naufragio soltanto attraverso i relitti, tavole di botti, assi di carri e altri materiali che sono andati alla deriva attraverso il Mediterraneo. Qui la tragedia del naufragio è rappresentata dall’assenza dell’uomo che, vittima del naufragio, non riesce a raggiungere la costa, come i relitti, ma è disperso in mare per sempre.

PROGETTO COLORS
Il progetto Colors è nato (su iniziativa di Simone Santi, Presidente Lazio Basket e Console Onorario del Mozambico a Milano) con l’obiettivo di accelerare i processi di integrazione di bambini e bambine in contesti di potenziale disagio. Si è partiti dall’identificazione di zone ad alto rischio di emarginazione nelle periferie italiane, con una significativa presenza di cittadini espatriati dai loro paesi di origine, e di ceti meno abbienti, dove sviluppare centri di avviamento gratuito alla pallacanestro. La prima zona per un progetto pilota è stata Corviale, a Roma, area di edilizia popolare, con ampia presenza di immigrati extracomunitari.  Ad oggi sono stati aperti 12 centri, che si avvalgono del lavoro di professionisti e volontari, dove centinaia di bambini e bambine di 27 nazionalità diverse trovano nel basket un contesto di regole ed un’opportunità per guardare al futuro a testa alta. Dal 2009 il progetto è stato esteso anche in Mozambico, con l’apertura di un centro presso l’orfanotrofio Arco Iris (Zimpeto - Maputo). Oltre 100 bambini e bambine oggi giocano a basket ed imparano i valori dello sport, avendo anche la possibilità di uscire dalle strutture dell’orfanotrofio per confrontarsi con coetanei e coetanee delle squadre della capitale Maputo. A Milano è in corso di definizione un progetto di collaborazione con il Sanga Basket, già molto attivo in un’area ad alta presenza di immigrati, come via Padova.  Nel 2011 il Progetto Colors è stato anche lo “strumento” che ha consentito il ritorno in Italia dell’ex campione NBA e della Lazio Basket Abdul Jeelani, che dopo avere conosciuto il successo negli anni Settanta ed Ottanta, era finito sconosciuto ed abbandonato in una struttura per senzatetto in Wisconsin (USA). Ora Jeelani è ritornato al “suo” mondo del basket, come testimonial e maestro dei bambini del Progetto Colors.





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