“La favola che va a canestro” così un articolo di Mina, in prima pagina sulla Stampa, ha sintetizzato la storia di Abdul Jelani, giocatore di basket degli anni ’80, capace di riempire i palazzetti e di entrare nel cuore dei tifosi. Un eroe nero, convertitosi all’Islam, legato all’Italia dagli anni nella Lazio Basket e nella Libertas Livorno, ma soprattutto dall’affetto, perché “Jeelani ha cambiato la nostra vita, perché per noi Abdul era il dio che ci ha fatto innamorare definitivamente del basket”, così nelle parole di Andrea Barocci, giornalista del Corriere dello Sport che per primo ha raccontato anche “il dopo”. Un seguito fatto dal ritiro dallo sport, e soprattutto da una vita che gli volta le spalle, fino all’emarginazione in una struttura per senzatetto negli Stati Uniti. Poi la storia viene scoperta da Simone Santi (attuale presidente della Lazio Basket), che ha il ricordo di quell’eroe visto da bambino e che decide di slancio di riaprire uno spiraglio, invitandolo a tornare in Italia. “Abdul Jeelani. Ritorno a colori” ripercorre una storia che ha emozionato milioni di spettatori (raccontata in prima serata su Italia 1 dalla trasmissione “Invincibili”, oltre che da numerose testate nazionali e locali), integrandola in un affresco di storie, che descrivono il nostro Paese attraverso lo sport e prefigurano un futuro di rinascita grazie alla solidarietà ed ai valori, come nella favola di Abdul.
"Era un campione vero, io un mestierante, sono contento di non averlo mai dovuto marcare. Questa storia farà bene al basket e Abdul farà bene nel sociale" Dino Meneghin
L’autore
Simone Santi, 40 anni, Presidente della Lazio Basket con la passione per l’Africa e i viaggi, imprenditore con l’amore per la fotografia, Console del Mozambico con la pallacanestro nel sangue. Vive tra Roma, Milano, Maputo, il Mediterraneo e il Medio Oriente. È tra gli autori di “Non ho più paura” (ed.Gremese), prima testimonianza made in Italy della rivoluzione tunisina che ha dato avvio alla primavera araba.

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